Il 2019 si chiude per l’industria delle costruzioni con un incremento del 2,3% del fatturato e le previsioni, fatta eccezione per il Coronavirus, per il 2020 continuano ad essere positive se pur su percentuali inferiori che dovrebbero attestare l’incremento al + 1,7%.
I dati che fanno spostare la leva sul cauto ottimismo sono sia sulle nuove costruzioni (+5,4%), sia sulle ristrutturazioni (+0,7), a dimostrare che se tutti i caotici bonus fossero assoggettati a regole più semplici e soprattutto resi strutturali potrebbero dare il via ad una crescita ancora più sostenuta ed importante per tutto il PIL nazionale.
Non dimentichiamoci che in dodici anni, il fatturato del mondo edile ha perso circa 113 miliardi di fatturato e soprattutto oltre 730 mila occupati incidendo fortemente sulla crescita del PIL Italiano.
La politica oramai diventata un deterrente allo sviluppo, accompagna il settore verso un immobilismo quasi totale, 600 opere bloccate per una quarantina di miliardi di euro, pagamenti della PA insostenibili, mancanza di idee fanno si che il mondo edile debba rimboccarsi le maniche e, grazie ai cittadini e alla voglia di mattone che ci contraddistingue, re-investire su sè stesso.
Il futuro è e sarà la rigenerazione urbana e del territorio, sia del settore pubblico che privato. Riqualificazione degli immobili energeticamente e staticamente energivori e obsoleti, cura delle facciate, calo dei consumi energetici e manutenzioni dovranno essere le sole parole chiave, perché solo cosi “il Bel Paese” potrà tornare a mostrare al Mondo la sua bellezza.